Quale tipo di rete è maggiormente esposta ad accessi non autorizzati

Diagramma di una rete Wi-Fi non protetta con un lucchetto rotto

Nell’era della connettività pervasiva, proteggere i nostri dati è diventato un imperativo, sia che si tratti di un semplice Wi-Fi domestico sia di una complessa infrastruttura aziendale. La domanda cruciale che assilla professionisti della sicurezza e utenti comuni è: quale tipo di rete rappresenta il punto di maggiore vulnerabilità? La risposta, netta e supportata dai dati, punta prepotentemente sulle reti wireless, specialmente quelle poco protette o non segmentate, rendendole il bersaglio preferito per gli accessi illeciti.

Diagramma di una rete Wi-Fi non protetta con un lucchetto rotto

Reti Wireless: La Comodità a Rischio

Le reti senza fili, o Wi-Fi, offrono una flessibilità ineguagliabile, ma questa stessa libertà è la loro più grande debolezza. A differenza delle reti cablate (Ethernet), dove un intruso necessita di un accesso fisico a un cavo o a una presa, il segnale Wi-Fi viaggia nell’aria, estendendosi spesso ben oltre i confini fisici di un edificio.

L’Esposizione Inerente al Wireless

La trasmissione del segnale al di fuori del perimetro controllato è il fattore primario di rischio. Un malintenzionato può tentare di accedere alla rete da un parcheggio, da un appartamento vicino o persino da un marciapiede, usando semplici strumenti disponibili online.

Il report di Nozomi Networks Labs ha evidenziato in passato come, su un vasto campione di reti wireless analizzate, una percentuale significativa non fosse adeguatamente protetta contro attacchi comuni come la deautenticazione wireless, un preludio frequente all’accesso non autorizzato. Questo dato è allarmante, soprattutto in contesti mission-critical come il settore manifatturiero e sanitario, dove le vulnerabilità possono portare a conseguenze disastrose, dal furto di dati sensibili all’interruzione dei processi operativi.

Le reti Wi-Fi pubbliche o quelle configurate con impostazioni predefinite deboli sono tra le più esposte. Un esempio classico è il router domestico lasciato con la password di fabbrica o con protocolli di sicurezza obsoleti (come il WEP, ormai superato).


Le Reti Cablate: Un Confine Più Solido

Le reti cablate godono di un vantaggio di sicurezza “fisico”. Per accedere, un attaccante deve superare le barriere fisiche e collegarsi direttamente a un punto di accesso (presa Ethernet, switch o router).

La Sicurezza per Prossimità

Sebbene nessuna rete sia immune al 100%, l’esigenza di accesso fisico rende le reti cablate intrinsecamente più difficili da penetrare da remoto. Questo non significa che siano infallibili. Un dipendente non autorizzato o un visitatore che si colleghi a una porta di rete non protetta (ad esempio, una non configurata con l’autenticazione di porta 802.1X) può comunque rappresentare una minaccia interna.

Tuttavia, il rischio più grande per le reti cablate non è l’intercettazione del segnale come nel wireless, ma l’accesso non autorizzato ottenuto tramite credenziali rubate (ad esempio, con attacchi di phishing) o sfruttando vulnerabilità del software e configurazioni errate nei dispositivi collegati.


Il Rischio Maggiore: La Rete Non Segmentata e Mal Gestita

Indipendentemente dalla tecnologia (cablata o wireless), l’esposizione più significativa non deriva dalla tipologia di connessione in sé, ma dalla mancanza di una rigorosa segmentazione della rete e di adeguate politiche di controllo degli accessi.

La Zona Demilitarizzata (DMZ) e la Segmentazione

In un contesto aziendale, se la rete degli ospiti (Wi-Fi non protetto o poco sicuro) è sullo stesso segmento di rete dei server contenenti dati cruciali (database dei clienti, dati finanziari), un’infiltrazione nel punto più debole (il Wi-Fi) può portare direttamente al cuore dell’infrastruttura.

La soluzione risiede nella segmentazione di rete: dividere l’intera rete in sottoreti isolate (VLAN). Ad esempio:

  1. Rete Ospiti: Completamente isolata, con solo accesso a Internet.
  2. Rete IoT: Separata, per i dispositivi smart (telecamere, sensori).
  3. Rete Server/Dati Critici: La più protetta, con controlli di accesso rigorosi.

Implementando una Zona Demilitarizzata (DMZ), si crea un cuscinetto per i servizi che devono essere visibili dall’esterno (come i server web), isolandoli dalla rete interna principale. Questo impedisce che un compromesso di un servizio esposto si propaghi a tutta la rete.


Le Porte d’Accesso Più Sfruttate

La realtà è che la maggior parte degli accessi non autorizzati sfrutta la ‘falla umana’ o la ‘falla software’, indipendentemente dalla rete.

  1. Password Deboli o Rubate: La fonte più comune di accesso non autorizzato sono le credenziali deboli o compromesse, spesso ottenute tramite attacchi di phishing. Un attaccante non ha bisogno di sfondare la rete se può semplicemente “entrare” usando la password di un utente.
  2. Software Non Aggiornato (Patching Assente): Vulnerabilità note in sistemi operativi, router, firewall o applicazioni sono regolarmente sfruttate. La mancanza di un piano di aggiornamento regolare e sistematico (patching) è un invito aperto per gli aggressori.
  3. Configurazioni Errate: Un firewall configurato male, permessi troppo ampi (principio del minimo privilegio violato) o l’utilizzo di indirizzi IP globali per dispositivi che dovrebbero rimanere interni sono errori che aprono varchi critici.

Un approccio di sicurezza moderno, la Zero Trust, si basa sull’idea di non fidarsi di nessuno, né interno né esterno, e richiede la verifica di ogni richiesta di accesso, indipendentemente dalla posizione di provenienza.


Misure Pratiche per Ridurre l’Esposizione

Per minimizzare l’esposizione, in particolare nelle reti wireless, gli esperti consigliano di:

  • Crittografia Robusta: Utilizzare sempre protocolli di sicurezza Wi-Fi moderni come WPA3 (o almeno WPA2-Enterprise).
  • Autenticazione a Più Fattori (MFA): Abilitare l’MFA per tutti gli accessi critici. Questo è l’unico vero scudo contro le password rubate.
  • Isolamento degli Ospiti: Implementare una rete Wi-Fi separata per gli ospiti, isolata dalla rete aziendale principale.
  • Monitoraggio Continuo: Utilizzare strumenti che monitorano il traffico per rilevare anomalie o tentativi di scansione della rete.

Conclusione

Se dovessimo indicare un “campione” di vulnerabilità, le reti wireless scarsamente protette e non segmentate sono la tipologia di rete intrinsecamente più esposta ad accessi non autorizzati a causa della natura stessa della trasmissione del segnale. Tuttavia, il vettore di attacco più efficace e diffuso rimane la debolezza delle credenziali d’accesso e la mancanza di manutenzione del software. La vera sicurezza si ottiene non solo scegliendo il mezzo di trasmissione (cablato o wireless), ma soprattutto implementando una strategia di difesa a strati, con l’autenticazione forte e la segmentazione come pilastri.


FAQ – Domande Frequenti

Qual è la principale debolezza della rete wireless rispetto a quella cablata in termini di sicurezza? La debolezza principale della rete wireless sta nel fatto che il segnale si propaga nell’aria, rendendo possibile tentare un accesso non autorizzato anche senza un contatto fisico diretto. Al contrario, la rete cablata richiede che l’attaccante si colleghi fisicamente a un punto della rete, un ostacolo in più.

L’utilizzo di una VPN protegge dalle vulnerabilità della rete Wi-Fi? Sì, una VPN (Virtual Private Network) è una misura eccellente. Essa cifra il traffico dati tra il tuo dispositivo e il server VPN, rendendo i dati illeggibili anche se un attaccante riuscisse a intercettare il segnale Wi-Fi. Non risolve problemi di configurazione del router, ma protegge i dati in transito.

Cosa si intende per “segmentazione di rete” e perché è fondamentale? La segmentazione di rete consiste nel dividere la rete fisica in sottoreti logiche isolate (VLAN). È fondamentale perché se un intruso accede a un segmento a basso rischio (ad esempio la rete degli ospiti), non può muoversi liberamente verso i segmenti che contengono i dati più sensibili dell’azienda.

I dispositivi IoT (Internet of Things) aumentano il rischio di accessi non autorizzati? Assolutamente sì. Spesso i dispositivi IoT (telecamere, termostati, ecc.) hanno scarse misure di sicurezza native e password predefinite facili da indovinare. Se non isolati in una rete separata, possono diventare un “ponte” per gli attaccanti per accedere alla rete principale, amplificando l’esposizione complessiva.

By Mario Lattice

Appassionato e sempre entusiasta della tecnologia e di poterla usare. Amo scrivere per raccontare le ultime novità tecnologiche.

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