La realtà virtuale è un fenomeno che sta diffondendo il suo utilizzo ben oltre il settore della scienza, della chirurgia o del mero divertimento. Questo fenomeno infatti si sta notevolmente espandendo e sta trovando applicazione in ambiti alquanto particolari, sempre con l’obbiettivo di migliorare ed aiutare la conoscenza.
Per esempio, un ambito nel quale la realtà virtuale sta spopolando è quello dell’arte e dei beni culturali.
Che relazione potrebbe mai esserci fra questi due campi che possono sembrare così lontani, quello dell’arte e dei beni culturali e quello della tecnologia più avanzata?
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La realtà virtuale, applicata nell’arte, si dimostra uno strumento utilissimo sia per coloro che lavorano nel settore che per coloro che invece vi si approcciano come visitatori generici e saltuari. Essa si offre come un’opportunità di apprendimento, di approfondimento della conoscenza e di semplificazione dell’approccio all’affascinante mondo dei beni culturali.
Pensiamo semplicemente a qualche esempio di applicazione della realtà virtuale al mondo dei beni culturali: come ad una ricostruzione 3D di un antico palazzo o di una domus solo parzialmente conservata. Anche solo con l’immaginazione, riusciamo a cogliere quanto l’applicazione di una tecnologia che è in grado di ricreare una realtà percepita come tale dal nostro cervello possa aiutare ed aumentare il fascino di un visitatore; come può anche aiutare lo studio di un ricercatore.
La ricostruzione virtuale della storia o dell’architettura dei beni è anche utile ai fini dell’apprendimento, per esempio all’interno delle strutture universitarie.
La realtà virtuale offre la possibilità di ricreare in 3D edifici, oggetti storici e antichissimi, ma anche di ricreare manifestazioni artistiche, culturali, contesti. Il tutto, immergendo al massimo dei sensi il visitatore nel contesto che sta visitando. Facile quindi comprendere che la realtà virtuale è in grado di amplificare esponenzialmente il fascino dei beni culturali, ed anche del loro studio.
La realtà virtuale si dimostra quindi un validissimo aiuto alla ricerca universitaria e non, allo studio, ed alla visita dei beni culturali, offrendo possibilità di apprendimento e di ricostruzione grafica di contesti architettonici.
Si crea così un nuovo rapporto fra l’utente ed il bene con il quale egli si interfaccia: l’utente viene proiettato in un mondo virtuale dove può chiaramente percepire la realtà e lo spazio attorno a sé. Particolarmente importante diventa questa riflessione se si nota che la realtà aumentata è in grado di rendere non solamente stimoli visivi, ma anche olfattivi, tattili, ed n un futuro magari anche sapori.
Progetti futuri guardano anche alla possibilità di ricreare veri e propri musei ‘virtuali’, per visitatori solo ‘virtuali’, che possano così interfacciarsi a distanza con arte e cultura: un’applicazione particolarmente utile nelle scuole e nelle università.
Facile comprendere quindi che per tutte queste ragioni il rapporto fra nuove tecnologie ed arte, ed in particolare fra realtà virtuale e beni culturali sta diventando di anno in anno sempre più stretto e più produttivo. L’obbiettivo è quello di giungere a nuove frontiere dell’esperienza, della conoscenza e dell’interazione con un mondo artistico e sociale che ormai non esiste più, ma che siamo in grado di ricreare con sufficiente precisione.