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120Hz la minima frequenza per la realtà virtuale

Mario Lattice Marzo 18, 2024

L’esperienza dell’utente, nel campo della realtà virtuale, è influenzata da numerosi fattori tecnici, tra cui spicca la frequenza di aggiornamento, o refresh rate. Questo parametro, espresso in Hertz (Hz), indica quante volte al secondo l’immagine visualizzata dal visore VR viene aggiornata, giocando un ruolo cruciale nella percezione di realismo e nel comfort visivo durante l’utilizzo.

Una frequenza di aggiornamento minima di 120Hz è oggi considerata fondamentale per garantire un’esperienza VR convincente e confortevole. Questo livello non solo migliora la fluidità e la nitidezza delle immagini in movimento, ma contribuisce anche a ridurre il disagio e la nausea, spesso associati all’uso prolungato della realtà virtuale, problemi noti come motion sickness.

Per comprendere l’importanza della frequenza di aggiornamento in VR, è essenziale considerare come gli esseri umani percepiscono il mondo visivo. La nostra visione è analogica e continua, senza “frame” separati come in un video o un gioco al computer. L’obiettivo della VR è di replicare questa percezione continua, ingannando il cervello a credere di trovarsi in un ambiente reale anziché virtuale. Un refresh rate elevato è cruciale per questo processo, poiché permette di presentare immagini in rapida successione che il nostro cervello può interpretare come un’esperienza visiva fluida e ininterrotta.

La tecnologia VR ha fatto significativi progressi nel corso degli anni, con visori che offrono frequenze di aggiornamento che vanno dai 90Hz ai 120Hz e oltre, cercando di avvicinarsi il più possibile alla qualità dell’esperienza visiva umana. Oltre alla frequenza di aggiornamento, altri fattori come la latenza, cioè il ritardo tra l’input dell’utente e la risposta visiva del sistema, e il campo visivo (FOV), ovvero quanto ampio è l’ambiente visibile senza muovere la testa, sono fondamentali per l’immersione e il comfort in VR.

Un refresh rate di 120Hz o superiore supporta non solo una rappresentazione visiva più fluida e realistica, ma riduce anche la latenza, migliorando la reattività del sistema agli input dell’utente e diminuendo la probabilità di disorientamento e nausea. Inoltre, un FOV esteso, idealmente vicino ai 180 gradi della visione umana, insieme a una bassa latenza, contribuisce ulteriormente all’immersione, permettendo agli utenti di sentirsi veramente parte del mondo virtuale.

In conclusione, la frequenza di aggiornamento di 120Hz rappresenta un parametro minimo fondamentale per un’esperienza VR ottimale. Mentre il settore continua a svilupparsi, con tecnologie sempre più avanzate e visori VR di nuova generazione, la ricerca dell’esperienza visiva più naturale e immersiva possibile rimane un obiettivo centrale. Tuttavia, è importante ricordare che una maggiore frequenza di aggiornamento richiede hardware più potente e può incidere sul costo del dispositivo VR, ponendo sfide sia per i produttori che per gli utenti desiderosi di esplorare mondi virtuali sempre più convincenti e immersivi​​.

Mario Lattice
Mario Lattice

Appassionato e sempre entusiasta della tecnologia e di poterla usare. Amo scrivere per raccontare le ultime novità tecnologiche.

Tags: realta virtuale

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