L’industria tecnologica globale è in subbuglio. Le autorità taiwanesi hanno avviato un’indagine su vasta scala che coinvolge sedici aziende cinesi, sospettate di aver sottratto illegalmente talenti e segreti tecnologici dall’isola, un hub cruciale per l’innovazione mondiale.

Le accuse: caccia illegale a ingegneri e know-how
Al centro dell’indagine, condotta dalla Procura di Hsinchu e dal Ministero della Giustizia di Taiwan, ci sono nomi di peso nel panorama tecnologico. Tra questi spicca Victory Giant Technology, un fornitore chiave di circuiti stampati per i potentissimi server di intelligenza artificiale di Nvidia. Secondo gli inquirenti, l’azienda avrebbe aperto uffici non autorizzati a Taiwan per “reclutare talenti tecnologici locali”, aggirando le normative vigenti.
Ma la lista non si ferma qui. Sotto la lente ci sono anche Goertek, fornitore del colosso Meta, e Huntkey, che produce componenti per giganti come Dell e Lenovo. L’accusa è sempre la stessa: aver creato società di facciata, spesso tramite cittadini taiwanesi, per accedere a ingegneri specializzati e, di conseguenza, a tecnologie avanzate protette da proprietà intellettuale. Come sottolineato dall’Ufficio Investigativo, queste pratiche minano direttamente la “competitività di Taiwan” nel settore che rappresenta il suo principale motore economico.
Una mossa per la sicurezza nazionale
L’operazione messa in campo da Taiwan è imponente. Tra luglio e agosto, oltre 300 investigatori hanno perquisito 70 sedi e interrogato 120 persone. È un segnale forte, che dimostra la determinazione del governo nel proteggere il proprio patrimonio tecnologico.
Questo caso non è isolato. Arriva a pochi giorni di distanza dalla notizia, riportata da Nikkei Asia, di licenziamenti alla TSMC (Taiwan Semiconductor Manufacturing Co.), la più grande azienda di semiconduttori al mondo, per tentativi di furto di tecnologia. È significativo che, per la prima volta, un’indagine di questo tipo venga condotta invocando la Legge sulla Sicurezza Nazionale di Taiwan, a riprova della gravità con cui vengono percepiti questi tentativi di spionaggio industriale.
Conclusione
La vicenda evidenzia la crescente tensione geopolitica nel settore high-tech. La mossa di Taiwan non è solo una questione legale, ma una decisa affermazione della propria sovranità tecnologica di fronte a pratiche ritenute predatorie. La protezione della proprietà intellettuale è diventata una priorità strategica per la sicurezza e l’economia dell’isola.
Per seguire gli sviluppi di questa complessa vicenda, ti invitiamo a consultare fonti autorevoli e internazionali come Nikkei Asia e Reuters, che offrono una copertura costante e approfondita sul tema.