La Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) rappresenta uno degli strumenti chiave del piano di trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione italiana. Istituita ai sensi del Decreto Legislativo n. 82/2005 (Codice dell’Amministrazione Digitale) e potenziata con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la PDND consente agli enti pubblici di accedere, condividere e interoperare i propri dati in modo standardizzato, sicuro ed efficiente.
Ma in che modo gli enti pubblici possono realmente entrare a far parte della PDND? E quali sono i passaggi tecnici e normativi per attivare l’interoperabilità? Ecco una guida chiara e aggiornata pensata per favorire la piena adesione alla piattaforma.
Cos’è la PDND e a cosa serve
La Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) è un’infrastruttura digitale che permette lo scambio automatico di dati tra le pubbliche amministrazioni, evitando duplicazioni, semplificando i processi amministrativi e migliorando l’esperienza utente dei cittadini e delle imprese.
L’obiettivo è creare un ecosistema digitale basato sull’interoperabilità, dove ogni ente può diventare sia fornitore sia fruitore di dati, nel rispetto del principio “once only”, secondo cui un’informazione deve essere fornita alla PA una sola volta.
Come accedere alla PDND: prerequisiti e soggetti coinvolti
Per aderire alla PDND, gli enti pubblici devono:
- Essere identificati come soggetti interoperabili tramite SPID, CIE o CNS per l’accesso alla piattaforma.
- Accreditarsi presso la PDND attraverso l’apposito modulo online fornito da PagoPA S.p.A., soggetto gestore della piattaforma.
- Registrarsi al Catalogo API della PDND, ovvero il repertorio ufficiale delle interfacce disponibili per lo scambio dati.
- Aderire al modello di interoperabilità definito dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), seguendo le specifiche tecniche e i protocolli standard.
I principali attori coinvolti sono:
- Le pubbliche amministrazioni (centrali e locali)
- I gestori di servizi pubblici
- I soggetti privati erogatori di servizi pubblici digitali
- L’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), che fornisce linee guida e standard
- PagoPA S.p.A., che sviluppa e gestisce l’infrastruttura PDND
Interoperabilità: come funziona lo scambio dati nella PDND
L’interoperabilità nella PDND avviene mediante:
- API certificate: i dati vengono condivisi attraverso Application Programming Interface sicure e documentate.
- Catalogo delle API: ogni API disponibile è descritta in un catalogo pubblico accessibile agli enti.
- Logica di consenso: lo scambio dati avviene solo quando è previsto da una norma o con il consenso del cittadino.
- Monitoraggio e sicurezza: la piattaforma garantisce il tracciamento delle operazioni e la protezione dei dati trattati.
Ogni amministrazione può pubblicare una propria API esponendo i propri dataset e allo stesso tempo consumare i dati esposti da altri, riducendo tempi, costi e burocrazia.
Benefici per gli enti pubblici
Adottare la PDND comporta numerosi vantaggi:
- Riduzione della duplicazione di dati
- Semplificazione dei procedimenti amministrativi
- Maggiore trasparenza e controllo nei flussi informativi
- Migliore qualità dei servizi digitali offerti ai cittadini
- Aderenza agli standard europei di interoperabilità (EIF)
Inoltre, l’utilizzo della PDND è un requisito previsto dal PNRR per accedere a diversi finanziamenti pubblici legati alla digitalizzazione della PA.
Come avviare il processo di integrazione con la PDND
Ecco una sintesi dei passaggi operativi:
- Accreditamento dell’ente pubblico tramite SPID/CIE/CNS
- Registrazione al portale PDND
- Compilazione dei metadati delle API e loro pubblicazione nel catalogo
- Test e validazione tecnica con il supporto di PagoPA
- Attivazione operativa delle API per l’interoperabilità in produzione
PagoPA offre documentazione tecnica e supporto dedicato per agevolare ogni fase, anche tramite la community.
Conclusioni
La Piattaforma Digitale Nazionale Dati è il cuore dell’interoperabilità della Pubblica Amministrazione italiana. Accedervi significa rendere i servizi pubblici più efficaci, accessibili e digitali. Ogni ente è chiamato a fare la propria parte per costruire un sistema informativo pubblico più integrato, efficiente e trasparente.
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