Dopo due decenni di attività, Skype chiude ufficialmente i battenti. A partire dal 6 maggio 2025, lo storico servizio VoIP che ha cambiato per sempre il modo di comunicare a distanza non sarà più disponibile. L’annuncio è arrivato direttamente da Microsoft, che ne ha decretato la fine invitando milioni di utenti a migrare su Microsoft Teams, la sua piattaforma di comunicazione più moderna e integrata.

“Questa non è la fine, è un nuovo inizio”, ha scritto il team Skype in un post pubblicato su X (ex Twitter), ringraziando la community globale per il supporto.
La fine di un’era digitale
Nato nel 2003 in Lussemburgo da un’idea degli imprenditori Niklas Zennström (Svezia) e Janus Friis (Danimarca), Skype ha rappresentato una vera rivoluzione tecnologica: per la prima volta, era possibile effettuare chiamate vocali e video gratuite via Internet, senza costi internazionali.
Durante i suoi anni d’oro, Skype ha superato i 300 milioni di utenti mensili, diventando un punto di riferimento per famiglie, amici e aziende che desideravano restare in contatto a distanza.
Ma con l’arrivo di piattaforme concorrenti come Zoom, WhatsApp e Google Meet, il dominio di Skype ha iniziato a erodersi. Secondo Similarweb, nel 2024 gli utenti attivi mensili erano scesi a circa 30 milioni.
L’acquisizione di Microsoft e il cambio di rotta
Nel 2011, Microsoft ha acquisito Skype per 8,5 miliardi di dollari, integrandolo progressivamente all’interno del proprio ecosistema, da Windows a Microsoft Office. Tuttavia, il software non ha mai trovato un equilibrio pieno con i nuovi standard di usabilità e performance richiesti dagli utenti nel mondo post-pandemia.
Nel frattempo, Microsoft ha investito sempre di più su Teams, una piattaforma di collaborazione aziendale lanciata nel 2017, che oggi conta oltre 320 milioni di utenti attivi secondo dati Statista.
Teams ha superato Skype non solo nelle videoconferenze, ma anche come hub per la gestione del lavoro, grazie a funzionalità integrate di chat, condivisione file, meeting e automazioni con AI.
Perché Skype è stato superato?
La fine di Skype non è solo un cambio di strategia: è anche il risultato di un’evoluzione tecnologica e culturale. Ecco alcuni motivi chiave:
- Limitata evoluzione dell’interfaccia rispetto ai competitor
- Mancanza di integrazione nativa con i flussi di lavoro moderni
- Minor reattività nel periodo della pandemia, quando Zoom ha saputo imporsi come lo standard per la didattica e il lavoro da remoto
- Crescente utilizzo di app mobili multiuso come WhatsApp per le videochiamate personali
Cosa succede ora?
Microsoft invita tutti gli utenti a passare a Microsoft Teams (versione Free o Business). Il nuovo servizio è gratuito per uso personale e consente non solo chiamate video, ma anche chat continue, pianificazione, collaborazione in tempo reale e integrazione con l’ecosistema Windows 11 e Copilot.
“Skype ha connesso il mondo per 20 anni. Ora vogliamo portare avanti quella missione con strumenti ancora più potenti”, si legge nella nota ufficiale di Microsoft.
Conclusione: un addio nostalgico, ma necessario
Skype non è stato solo un’app: è stato un simbolo di connessione globale prima che Zoom fosse un verbo e WhatsApp una necessità. La sua chiusura segna la fine di una fase della comunicazione digitale, ma apre la porta a strumenti più evoluti e integrati.
Per molti, Skype sarà ricordato con affetto — come la prima volta che si è chiamato un amico all’estero, o quella videochiamata inaspettata che ha accorciato le distanze. Ora, il testimone passa a Teams, in un mondo dove comunicare è sempre più intelligente, fluido e sincronizzato.