La realtà virtuale (VR) promette mondi infiniti, ma un uso scorretto o prolungato può causare disturbi fisici e psicologici. Sebbene non esistano prove di danni permanenti, effetti come nausea, affaticamento visivo e un’alterata percezione della realtà sono conseguenze concrete e documentate. Il problema principale risiede nel conflitto sensoriale che si crea nel cervello, il quale riceve informazioni di movimento dagli occhi che non corrispondono a quelle percepite dal corpo.
Questo scollamento tra ciò che vediamo e ciò che sentiamo fisicamente è la chiave per capire perché, a volte, l’immersione totale ha un prezzo. Se da un lato la tecnologia apre a esperienze incredibili, dall’altro impone una riflessione su come e quanto utilizzarla per evitare che l’evasione digitale si trasformi in un malessere reale.
Cos’è la Cybersickness e perché la VR può provocare nausea?
Ti è mai capitato di sentirti strano, quasi come se avessi il mal d’auto, dopo aver usato un visore VR? Non sei il solo. Questo fenomeno è noto come cybersickness o chinetosi da realtà virtuale, e affligge una fetta importante di utenti. Secondo diverse ricerche, un’incidenza tra il 40% e il 70% degli utilizzatori sperimenta questo malessere entro i primi 15 minuti di utilizzo.
La causa è scientifica e precisa: il conflitto vestibolo-oculare. Il tuo sistema visivo dice al cervello: “Stiamo correndo su un’astronave!”, ma il tuo sistema vestibolare (l’apparato dell’equilibrio nell’orecchio interno) risponde: “Veramente siamo fermi sul divano”. Questa discrepanza manda in tilt il cervello, che reagisce generando sintomi come nausea, vertigini, mal di testa e sudorazione. È una reazione di difesa, simile a quella che il corpo metterebbe in atto se avesse ingerito una tossina.
I nostri occhi sono a rischio con i visori VR?
Una delle preoccupazioni più diffuse riguarda la salute della vista. Fissare per ore uno schermo a pochi centimetri dagli occhi può sembrare una ricetta per il disastro, ma la situazione è più complessa. L’American Academy of Ophthalmology ha sottolineato che, ad oggi, non ci sono evidenze scientifiche che l’uso dei visori VR provochi danni permanenti alla vista negli adulti sani.
Tuttavia, questo non significa che non ci siano conseguenze. I disturbi più comuni sono temporanei e includono:
- Affaticamento visivo digitale: Secchezza, bruciore e visione offuscata a causa della ridotta frequenza con cui sbattiamo le palpebre.
- Sforzo di accomodazione: I muscoli oculari sono costretti a un lavoro extra per mettere a fuoco oggetti virtuali a distanze diverse.
- Mal di testa: Spesso conseguenza diretta dell’affaticamento degli occhi.
Secondo il Dr. Robert Kinast, oftalmologo, “I due maggiori rischi della realtà virtuale sono l’affaticamento e la secchezza oculare, che possono essere fastidiosi ma di solito non danneggiano l’occhio”. È buona norma seguire la regola del 20-20-20: ogni 20 minuti, fare una pausa di 20 secondi guardando un oggetto a 20 piedi (circa 6 metri) di distanza.
E per quanto riguarda i bambini?
La questione si fa più delicata quando si parla di bambini. Il loro sistema visivo è ancora in fase di sviluppo, e per questo i principali produttori, come Meta, sconsigliano l’uso dei loro visori ai minori di 10 anni, raccomandando comunque la supervisione di un adulto per la fascia 10-13. Il rischio, anche se non ancora provato da studi a lungo termine, è che un uso intensivo possa interferire con il corretto sviluppo della coordinazione occhio-cervello e potenzialmente peggiorare condizioni come la miopia.
Quali sono i rischi psicologici di un’immersione prolungata?
Oltre al corpo, è la mente a subire l’impatto più profondo della VR. L’incredibile realismo delle esperienze può, in alcuni casi, sfumare i confini tra il mondo reale e quello virtuale, portando a conseguenze psicologiche da non sottovalutare.
Rischio di dipendenza e isolamento sociale
Come ogni forma di intrattenimento digitale, la VR può creare dipendenza. La possibilità di evadere in un mondo perfetto, dove si può essere chiunque si desideri, è un’attrattiva potente. Questo può portare alcuni individui a trascurare le relazioni e le responsabilità del mondo reale, preferendo l’interazione con avatar all’interno di spazi sociali virtuali e aumentando così il rischio di isolamento.
Alterazione della percezione e derealizzazione
Jeremy Bailenson, direttore fondatore del Virtual Human Interaction Lab di Stanford, avverte da anni sui potenziali effetti collaterali. Uno dei più discussi è il “reality blurring”, ovvero l’offuscamento della realtà. Dopo sessioni molto lunghe e intense, alcuni utenti riportano una strana sensazione di distacco dal mondo reale, un fenomeno noto come derealizzazione.
Il filosofo Michael Madary, co-autore del primo codice etico per la VR, ha espresso preoccupazione per come queste esperienze possano “avere effetti psicologici duraturi”. Vivere esperienze estreme in VR, come atti violenti o situazioni traumatiche, anche se simulate, può influenzare il comportamento e le reazioni emotive nella vita di tutti i giorni. L’immersione è così profonda che il cervello le elabora come esperienze quasi reali.
Come usare la realtà virtuale in modo sicuro?
La soluzione non è demonizzare la tecnologia, ma imparare a gestirla. Per godere dei benefici della realtà virtuale minimizzandone i rischi, è sufficiente seguire alcune semplici linee guida:
- Fare pause regolari: Come già accennato, prendersi una pausa di almeno 10-15 minuti ogni ora è fondamentale per far riposare occhi e cervello.
- Impostare un’area di gioco sicura: Assicurati che lo spazio fisico intorno a te sia libero da ostacoli per evitare cadute e incidenti.
- Iniziare gradualmente: Se sei nuovo alla VR, comincia con esperienze più statiche e sessioni brevi, per poi aumentare gradualmente la durata e l’intensità.
- Ascoltare il proprio corpo: Ai primi segni di nausea, mal di testa o affaticamento visivo, fermati subito. Non forzare l’esperienza.
- Regolare il visore: Assicurati che il dispositivo sia regolato correttamente per la tua distanza interpupillare (IPD). Una regolazione sbagliata è una delle cause principali di affaticamento visivo.
La realtà virtuale è uno strumento potentissimo, con applicazioni rivoluzionarie in medicina, formazione e intrattenimento. La chiave, come per ogni tecnologia, sta nell’equilibrio e nella consapevolezza dei suoi effetti, per far sì che rimanga un arricchimento per la nostra realtà, e non un dannoso sostituto.
FAQ – Domande Frequenti
La realtà virtuale può danneggiare permanentemente gli occhi? No, secondo gli studi attuali e le principali associazioni di oftalmologia, non ci sono prove che i visori VR causino danni permanenti alla vista in adulti sani. Possono però provocare disturbi temporanei come secchezza, affaticamento e visione offuscata se non si fanno pause regolari.
Perché la VR mi fa venire la nausea? La nausea, o cybersickness, è causata da un conflitto sensoriale. I tuoi occhi vedono un movimento che il tuo corpo, in particolare il sistema dell’equilibrio, non percepisce. Questo segnale contrastante viene interpretato dal cervello come un’anomalia, scatenando sintomi simili al mal d’auto o al mal di mare.
I bambini possono usare i visori per la realtà virtuale? La maggior parte dei produttori sconsiglia l’uso ai bambini sotto i 10 anni, poiché il loro sistema visivo è ancora in sviluppo. Per la fascia d’età 10-13 anni è raccomandata una stretta supervisione dei genitori e sessioni di gioco limitate nel tempo per minimizzare i potenziali rischi.
L’uso eccessivo di VR può portare a problemi psicologici? Sì, un uso smodato può aumentare il rischio di isolamento sociale, dipendenza e un’alterata percezione della realtà, definita talvolta “derealizzazione”. È importante bilanciare il tempo trascorso nel mondo virtuale con le interazioni e le attività del mondo reale per mantenere un sano equilibrio psicologico.
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