Sono passati più di due anni da quando il Meta Quest 2 (allora Oculus Quest 2) ha fatto il suo ingresso sul mercato, e definirlo un successo sarebbe riduttivo. Ha letteralmente spalancato le porte della realtà virtuale a un pubblico di massa, grazie a un prezzo aggressivo e all’assenza di cavi e sensori esterni. Ma oggi, con l’arrivo di nuovi visori e l’evoluzione della tecnologia, ha ancora senso acquistarlo? O è un pezzo da museo in attesa di essere sostituito? L’ho usato intensamente per due anni, e questa è la mia esperienza, senza filtri.

Il Primo Amore Non Si Scorda Mai: L’Effetto “Wow” È Intatto
Ricordo ancora la prima volta che ho indossato il Quest 2. La sensazione di libertà, di poter muovere i primi passi in un mondo virtuale senza essere legato a un computer, è stata un’esperienza che mi ha segnato. A distanza di due anni, quell’effetto “wow” non è svanito del tutto. La facilità d’uso resta il suo cavallo di battaglia: lo accendi, definisci l’area di gioco in pochi secondi e sei pronto a entrare in un altro universo. Che si tratti di brandire spade laser in Beat Saber o di esplorare galassie lontane, l’immediatezza del Quest 2 è ancora oggi ineguagliata.
L’Hardware: Tra Pregi e Difetti Fisiologici
Parliamoci chiaro: il Quest 2 è costruito bene, ma non è esente da difetti che con il tempo si fanno notare.
Il Visore: Leggero e compatto, ma il cinturino in tessuto originale è il suo più grande punto debole. Dopo poche sessioni di gioco, la voglia di passare a un “Elite Strap” o a soluzioni di terze parti diventa quasi un’esigenza per migliorare comfort e stabilità. Le lenti, seppur di buona qualità per il prezzo, presentano il classico “effetto zanzariera” (visibilità dei pixel) se ci si concentra molto, e il campo visivo non è dei più ampi.
I Controller: Ergonomici e intuitivi, i controller Touch sono stati una vera rivoluzione. Tuttavia, dopo due anni di utilizzo intenso, qualche acciacco è inevitabile. Il famigerato “drift” delle levette analogiche, un problema che affligge molti joypad, può fare la sua comparsa, rendendo frustranti alcuni giochi. La pulizia con prodotti specifici può risolvere temporaneamente, ma è un fantasma con cui, a lungo andare, si potrebbe dover convivere.
La Batteria: L’autonomia è sempre stata il tallone d’Achille. Le circa due ore di gioco con una carica completa, che all’inizio potevano sembrare sufficienti, con il tempo e l’arrivo di esperienze più complesse e coinvolgenti, iniziano a stare strette. Un battery pack esterno è un accessorio quasi obbligatorio per chi non vuole interrompere il divertimento sul più bello. La degradazione della batteria dopo due anni è percettibile, ma non drammatica, attestandosi su una perdita di circa il 15-20% della capacità originale.
Il Software: Un Visore Migliorato nel Tempo
Il vero miracolo del Quest 2 è stato il suo costante miglioramento a livello software. Meta ha supportato il visore con aggiornamenti costanti che ne hanno ampliato le funzionalità e migliorato le prestazioni. Ricordiamo i più importanti:
- Air Link: La possibilità di giocare ai titoli PC VR in streaming wireless è stata una svolta epocale, liberando definitivamente il Quest 2 da ogni cavo.
- Hand Tracking: Sebbene non perfetto, il tracciamento delle mani è migliorato a tal punto da rendere alcune esperienze e la navigazione nei menu incredibilmente futuristiche.
- Aggiornamenti di Frequenza e Prestazioni: Gli update hanno portato la frequenza di aggiornamento a 120Hz (per le app supportate) e hanno sbloccato ulteriore potenza di calcolo dalla CPU e dalla GPU, permettendo agli sviluppatori di creare giochi più complessi e fluidi.
Grazie a questi affinamenti, il Quest 2 di oggi è un visore molto più maturo e capace di quello che abbiamo acquistato al lancio.
E i Giochi? Il Parco Divertimenti è Ancora Aperto
Il catalogo di giochi ed esperienze per Quest 2 è vastissimo e continua a crescere. Sebbene i titoli più recenti e graficamente più esigenti inizino a mostrare i limiti dell’hardware, con qualche compromesso a livello di dettaglio grafico, la stragrande maggioranza dei giochi gira ancora in modo eccellente. Capolavori come The Walking Dead: Saints & Sinners, Resident Evil 4 VR o il più recente Asgard’s Wrath 2 (seppur con ovvi downgrade rispetto alla versione per Quest 3) dimostrano come questo visore abbia ancora molto da dire. È la piattaforma ideale per scoprire le perle della VR senza spendere una fortuna.
Vale Ancora la Pena Acquistarlo nel 2025?
Arriviamo alla domanda cruciale. Con il Meta Quest 3 sul mercato, che offre lenti pancake di qualità superiore, un processore molto più potente e una realtà mista a colori, ha ancora senso puntare sul suo predecessore?
La risposta è: dipende.
Se sei un neofita della realtà virtuale e vuoi un punto d’ingresso economico e con un catalogo di giochi sterminato, il Meta Quest 2 è ancora, senza ombra di dubbio, la scelta migliore. Con i recenti tagli di prezzo, è possibile portarselo a casa a una cifra che lo rende un acquisto quasi impulsivo. È il modo perfetto per capire se la VR fa per te, senza svenarsi.
Se invece cerchi la migliore qualità visiva, non vuoi compromessi sulle prestazioni con i giochi futuri e sei interessato alle potenzialità della realtà mista, allora il Quest 3 è l’investimento più sensato.
In definitiva, il Meta Quest 2 non è più il re incontrastato, ma si è trasformato in un principe saggio e accessibile. Dopo due anni, rimane un dispositivo solido, divertente e supportato, una porta d’accesso alla magia della realtà virtuale che, a questo prezzo, è davvero difficile non consigliare. Non è un pezzo da museo, ma un classico intramontabile che ha ancora tanto da offrire.

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